Medioevo proibito: i giochi sensuali che nessuno ti racconta

Spesso, quando pensiamo al Medioevo, tendiamo sempre a immaginare quel periodo storico fatto di oscurità, di punizioni, di pestilenze e pudicizia ai limiti dell’asessualità. Come se fare sesso, o anche solo pensare al sesso, fosse proibito a tal punto che nessuno lo facesse, pena: la morte.

In realtà, niente di tutto questo è vero: nel Medioevo si amava giocare, e non solo con la spada, con i dadi o con le parole… anche con i sensi.

La religione aveva parecchia presa sulle menti delle persone dell’epoca, ma non così tanto da impedire loro di godere dei piaceri della socialità e della carne. Apparentemente si professavano il rigore e la virtù, ma tra le mura di una casa o di un castello (o di una chiesa e di un convento) la realtà era ben diversa.

Molto famosi erano i giochi che diventavano un modo lecito per flirtare, toccarsi, guardarsi… e desiderarsi.

Vi elencherò solo alcuni dei giochi più famosi del Medioevo:

Il più celebre tra questi era il gioco della mano calda (hot cockles), che si faceva di solito durante le festività natalizie: un giovane si sdraiava con la testa adagiata sul grembo di una dama, restando così “bendato”.
A turno, le altre dame si avvicinavano e lo toccavano sul fondoschiena; il suo compito era indovinare a chi appartenesse la mano.
Se indovinava, riceveva un bacio. Se sbagliava, la dama aveva il diritto di punirlo con uno schiaffo sul sedere.

Parliamo di un gioco estremamente sensuale perché la posizione era intimamente ambigua: la testa sul grembo, il contatto prolungato.
Il gioco richiedeva un tocco fisico diretto e spesso si scherzava sulle mani troppo delicate o troppo maliziose, aggiungiamoci anche che la moda dell’epoca prevedeva scollature profondissime per le donne e pantaloni super attillati per gli uomini et voilà!

Indovinare chi aveva procurato il tocco portava quasi sempre a giochi di sguardi e risate, creando quindi una fortissima tensione erotica.

Un altro gioco famoso erano i dadi dell’amore. In genere lo si faceva nelle corti, nei giardini o nelle camere private, e consisteva nel lanciare un dado con su scritte delle azioni come: bacia chi ti guarda, accarezza la mano della dama alla tua destra, sussurra un desiderio a chi ti siede accanto.

Chi lanciava il dado non poteva rifiutare la penitenza. Diciamo che questo era l’antenato dei nostri dadi erotici, venduti spesso nei sexy shop o online.

Era un gioco estremamente sensuale perché ogni azione aveva un significato corporeo, simbolico o emotivo. Inoltre, c’era il brivido della “punizione” o del pegno, da compiere davanti agli altri. E in certi ambienti, il dado conteneva azioni più esplicite, soprattutto se la compagnia era selezionata.

Un altro gioco ancora più interessante erano i triolet e gli indovinelli erotici. In genere si facevano durante le feste serali o le letture collettive, e consistevano nel proporre brevi poesie a doppio senso, oppure indovinelli che sembravano innocenti ma alludevano al corpo, al desiderio o all’amore fisico.

Chi non indovinava doveva “pagare pegno” con una penitenza amorosa o simbolica.

Era un gioco molto sensuale perché le parole erano un gioco mentale e seduttivo, e l’ambiguità permetteva la trasgressione nella forma della cultura. A volte si sfidavano due “poeti” a colpi di versi provocanti.

Come potete aver visto, il Medioevo non era solo un’epoca di rosari e digiuni, di roghi e torture, ma anche un’epoca fatta di desiderio, allusione, provocazione e contatto fisico… come ogni epoca, dalla notte dei tempi fino ad oggi.

E tu? Tu avresti giocato?

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Una replica a “Medioevo proibito: i giochi sensuali che nessuno ti racconta”

  1. […] Se vi interessa, in questo post ho parlato anche dei giochi sensuali che si facevano a corte qui —> link […]

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