Ieri, come oggi, sans remevyr Elizabeth

Erano circa le 9 di sera quando Elizabeth morì.

Dopo la nascita di sua figlia Katherine, iniziò per lei un’agonia di quasi due settimane: dolori lancinanti, febbre ed emorragie incessanti la portarono alla morte l’11 febbraio 1503.

L’11 febbraio era anche la sua data di nascita. Aveva appena compiuto 37 anni.

Elizabeth era la primogenita del re Edoardo IV e della regina Elizabeth Woodville.

La sua vita fu breve, ma già predestinata. La storia la ricorda come figlia, nipote, sorella, moglie e madre di un re. Ma ogni re fu diverso.

Figlia di Edoardo IV
Nipote di Riccardo III
Sorella di Edoardo V
Moglie di Enrico VII
Madre di Enrico VIII

Che destino amaro il suo, incastrata in una scacchiera dalla quale non poteva fuggire.

Quante direzioni avrebbe potuto prendere la sua vita? Eppure, tra tutte, il destino scelse per lei la peggiore.

Fu costretta a diventare la moglie di un usurpatore, l’assassino di suo zio, e la madre di uno dei sovrani più crudeli della storia.

Sono molto protettiva nei confronti di Elizabeth, perché spesso si dimentica che i personaggi storici erano esseri umani come noi. Hanno vissuto trame incredibili, provato sentimenti autentici e, per quanto abbiano cercato di essere giusti, spesso sono stati “peccatori”.

Come noi. Come voi. Come te. Come me.

Elizabeth ha affrontato il suo destino a testa alta.
Di lei si sa poco, ma solo perché pochi sanno leggere tra le righe di ciò che ha lasciato.

Era alta, circa 1,70 m, con capelli rossi, e si diceva che la sua bellezza fosse mozzafiato.

Elizabeth era Isotta, era Eloisa, era Francesca…
Amava i levrieri e la vita all’aria aperta. Amava la musica e la incoraggiava.
Amava il gioco d’azzardo, ed era una pessima giocatrice.
Amava la letteratura e sognava l’amore, non la guerra.

“Umile e penitente” fu il suo motto da regina, ma non le apparteneva affatto.
Lei era sempre stata “la figlia del re”, “l’irremovibile”, “senza mai cambiare”, “sempre fedele”.

Nata e morta nello stesso giorno, Elizabeth è il simbolo di un ciclo che si ripete.

Oggi, come ieri, sempre fedele e senza mai cambiare.

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