Erotismo sacro: estasi, corpo e trascendenza.

“L’erotismo è l’approvazione della vita fin dentro la morte.”

Georges Bataille

Nel cuore di ogni esperienza erotica autentica si cela un desiderio che va ben oltre il piacere fisico: un bisogno antico, quasi religioso, di unione totale, di dissoluzione dei confini tra sé e l’altro, tra la carne e l’invisibile.

Georges Bataille ha descritto l’erotismo come un’esperienza liminale, e cioè che sta sulla soglia, al confine tra due condizioni (es. tra sacro e profano, corpo e spirito, veglia e sogno, vita e morte).
In questo stato il corpo diventa strumento di una ricerca metafisica. L’orgasmo, o la petite mort, come lo definiscono i francesi, è visto da Bataille come una sorta di morte simbolica, uno stato in cui l’essere umano perde coscienza di sé per unirsi a qualcosa di più grande, indefinibile, forse divino.

“Nel coito l’uomo è come se morisse, e come se lo spettro della morte avesse impresso un riso sul suo volto.”

L’Érotisme- Georges Bataille

Nel suo pensiero, l’erotismo è il luogo della trasgressione, ma una trasgressione sacra: l’infrangere un divieto non per il gusto della ribellione, ma per giungere a un’esperienza di totalità. Il piacere non è allora evasione, ma rivelazione. Non è semplice istinto, ma apertura verso il mistero della morte e dell’amore.

Il corpo è, quindi, come tempio e il piacere è come una preghiera

La tradizione mistica cristiana, spesso apparentemente in contrasto con l’erotismo, offre in realtà sorprendenti analogie. Le estasi delle sante, da Teresa d’Avila a Caterina da Siena, sono racconti intrisi di una sensualità profonda, intensa, a volte esplicitamente fisica.

Nel celebre episodio dell’estasi di Santa Teresa del Bernini, l’angelo (Eros) che la trafigge con la freccia d’amore divino è simbolo di un’unione che è insieme spirituale e carnale. Il volto della santa non esprime solo devozione, ma godimento. Non c’è distanza tra il divino e il desiderio: c’è solo fusione.

Per Bataille l’essere umano non vuole solo comprendere Dio o l’amore, vuole sentirli nel corpo. Vuole che l’invisibile diventi tangibile, che il mistero entri nella carne, che l’amato, o il sacro, venga incorporato. Da qui nasce il desiderio di unirsi, letteralmente, a ciò che non si può possedere.

“L’erotismo apre all’uomo il problema dell’essere.”

L’Érotisme – Bataille

L’estasi della beata Ludovica Albertoni- Bernini

L’estasi di Santa Teresa- Bernini

Perché piangere è considerato sacro, ma desiderare è peccato? Non sono due lati dello stesso amore? Uno lo chiamiamo lutto. L’altro lo temiamo, lo nascondiamo. Ma entrambi sono modi per tenere viva una presenza. L’erotismo è come un rituale.

La messa cristiana, in fondo, è un rito che parla questa lingua: si mangia il corpo di Cristo, si beve il suo sangue. È un atto simbolico che richiama un’antica memoria di cannibalismo sacro, ma anche un gesto profondamente erotico: tu entri in me, io vivo in te.

Bataille sottolinea che in ogni religione primitiva e nei riti più arcaici, la vita e la morte sono legate da un gesto di unione. Il sacrificio, il sangue, l’estasi, la danza e l’erotismo nascono dallo stesso bisogno: sopravvivere alla separazione. Ricucire la frattura tra l’umano e l’infinito.

Desiderare di unirsi al sacro, di compenetrarsi con esso, è una forma antichissima di devozione. Non è sacrilegio, ma è un tentativo estremo di comunione. Il confine tra amore mistico ed erotismo diventa allora sottile, a volte inesistente.

Per Bataille, la vera esperienza erotica è anche un atto sovrano: non serve alla riproduzione, non risponde a un’utilità. È puro dispendio, puro eccesso. Come il sacrificio. Come la morte.

L’erotismo, dice, è l’unica esperienza che ci permette di accettare la morte restando vivi, di affrontarla, abbracciarla e sublimarla.

In questa visione, l’erotismo non è solo un gioco dei sensi, ma una via di conoscenza. Un’estasi che sfida i dogmi e le separazioni. Un gesto radicale, poetico e corporeo, per sentire che anche ciò che non si può toccare, può vivere in noi. Nel corpo. Nella carne. Nel desiderio.

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