Ho sempre trovato affascinante il concetto di motto, una breve frase che racchiude tutto ciò che una persona rappresenta e che vuole trasmettere agli altri. Nelle famiglie reali, ogni membro aveva un motto, e spesso più di uno, poiché questi cambiavano a seconda del ruolo ricoperto. Non era raro, ad esempio, che un sovrano cambiasse motto al momento dell’incoronazione.
Riccardo III, da giovane duca di Gloucester, adottò il passionale “Tant le desiree”, che significa “Desidero così tanto” o “L’ho desiderato così tanto”. In queste poche parole è evidente l’ardore che caratterizzava il giovane Riccardo, una passione che lo accompagnò per tutta la vita, anche da re. Quando salì al trono, cambiò il suo motto in “Loyaulte me lie”, ovvero “La lealtà mi lega”. Anche questo è un motto forte e significativo, che rifletteva l’immagine di un uomo leale, deciso ad agire sempre nel nome della giustizia. E Riccardo dimostrò fedeltà fino alla fine, combattendo personalmente contro l’esercito di Tudor nella speranza di evitare altro sangue e porre fine alla Guerra delle Due Rose. Purtroppo, il destino scelse diversamente.
Arriviamo così alla mia riflessione.
Elizabeth di York, da giovane principessa, scelse un motto che trovo straordinariamente affascinante e pieno di personalità: “Sans remevyr”, ispirato all’antico francese, molto in voga all’epoca. Il suo significato, “Senza mai cambiare”, rifletteva la fermezza di una giovane donna fedele alla sua casata, a se stessa e alle sue convinzioni. Era un grido d’orgoglio, tipico della gioventù, per dichiarare al mondo che lei era incrollabile e devota alla rosa bianca degli York.

photo by British Library
Il motto di Elizabeth compare in un manoscritto di uno dei capolavori della letteratura cortese, Il Romanzo di Tristano, accanto a un’altra iscrizione: “Questo libro appartiene a Riccardo, duca di Gloucester”(è interessante notare come Riccardo firmasse i suoi libri, ma questa è una storia per un altro post).
Con la morte di Riccardo III e il matrimonio con Enrico Tudor, la vita di Elizabeth cambiò radicalmente, così come il suo motto. Da un fiero “Sans remevyr”, passò a un discutibile “Humble and Reverent” (Umile e Penitente). Questo cambiamento ha sempre suscitato in me molte domande. Come si può passare da un motto così imperativo e forte a uno che trasmette sottomissione? È difficile non pensare all’influenza esterna di qualcuno… ma non voglio dilungarmi troppo, altrimenti mi accuseranno di prendermela sempre con Margaret Beaufort. Ops, l’ho nominata!
La mia intenzione, tuttavia, non è criticare il cambiamento del motto di Elizabeth di York, bensì aprire una discussione su una questione che trovo curiosa e intrigante. Sua nipote, Elizabeth I, scelse come motto personale “Semper eadem”, che significa “Sempre la stessa”.
Ed ecco il fulcro della mia riflessione: Elizabeth I volle forse rendere omaggio a sua nonna?
“Semper eadem” e “Sans remevyr” hanno un significato concettualmente simile: entrambi trasmettono l’idea di costanza, di rimanere fedeli a se stessi. Elizabeth I, che portava il nome della nonna, volle forse onorarla scegliendo un motto che richiamava quello della sua giovinezza, più autentico e coerente rispetto al “Humble and Reverent” imposto successivamente?
Forse non lo sapremo mai. Tuttavia, sappiamo che Elizabeth I non era estranea a certi omaggi. Famoso è il suo anello in madreperla (Chequers Ring), che raffigura un ritratto di lei stessa accanto a quello di un’altra donna, tradizionalmente identificata con Anna Bolena. Ma potrebbe davvero trattarsi di sua madre? Anche su questo anello si potrebbero aprire dibattiti e infinite interpretazioni.

Se Elizabeth I si ispirò davvero al motto della nonna, non sarebbe sorprendente. La bellezza della storia sta proprio nella sua capacità di lasciare aperte porte per nuove scoperte e confronti. Ed è questo che rende le discussioni storiche così affascinanti: il continuo dialogo tra passato e presente.
Ti è piaciuto? Offrimi un caffè su Ko-fi e aiutami a raccontare le storie che nessun altro osa raccontare: https://ko-fi.com/elizabethrasicci

Lascia un commento